«Riconoscere il genio» La scuola difficile dei ragazzi iperdotati

In viaggio con la psichiatra Federica Mormando e il suo ultimo libro «Bambini e ragazzi ad alto potenziale. Crescere con loro» (edizioni Red), un volume che ci racconta il tema della iperdotazione. Bambini «troppo» intelligenti che però possono avere problemi a scuola e nelle relazioni con i propri compagni. I consigli per genitori e docenti per meglio gestire questo tipo di precocità.

«Gifted» e «Young Sheldon». Oppure, qualche anno fa «Will Hunting-Genio Ribelle». Il cinema ha spesso raccontato la storia di bambini o ragazzi iperdotati, con potenziale cognitivo altissimo e un futuro inevitabilmente brillante. Quanti piccoli geni nascono ogni anno? Le statistiche internazionali distinguono fra soggetti con alto potenziale cognitivo (con quoziente intellettivo dal 120 al 129) e plusdotati, quando il quoziente supera il 130. Questi ultimi sono il 2,5% della popolazione e i primi il 5%.

Ciò che succede, anche a Milano, è che dalle scuole crescono le richieste di accertamento per sospetti disturbi di apprendimento, derivanti da comportamenti non usuali a scuola. E spesso si arriva al test di livello di quoziente intellettivo.

Il problema? Non tutti lo sanno poi leggere. Etichettando, così, i ragazzi in modo sbagliato. Lo racconta nel suo nuovo libro «Bambini e ragazzi ad alto potenziale. Crescere con loro» (edizioni Red), la psichiatra Federica Mormando, che dagli anni ‘80 si occupa di iperdotazione. Quali sono i segnali a cui prestare attenzione? La precocità, il vivo interesse per la lettura: i bambini iperdotati imparano subito a leggere a 2-3 anni. Ma anche una capacità di astrazione precoce (prima dei 6-7 anni), di intuire gli stati d’animo degli altri, la sensibilità alle ingiustizie. Bimbi che a scuola si annoiano e mal sopportano la routine.

Come reagiscono? «I programmi scolastici non coincidono con le età mentali di questi ragazzi. C’è chi finge di non saper leggere per essere come i compagni. E chi, a seconda dell’educazione ricevuta e del carattere, quando annoiato si agita e disturba, oppure si isola o continua a fare domande, e qui sta al docente comprendere se si tratta di curiosità intelligente o di domande poste solo per attirare l’attenzione» sottolinea Mormando. Chi è abituato a capire tutto subito senza studiare, non affronta facilmente le difficoltà. «Quando incontrano qualcosa per cui devono fare uno sforzo, si deprimono perché ritengono di non essere in grado». Un’altalena di emozioni che, coi dovuti consigli, genitori e insegnanti possono imparare a gestire. Per fare qualche esempio: «Festeggiarli, mai rimproverare, gli sbagli, che sono occasione per imparare cose nuove», «non infarcirli di nozioni», evitare i giochi con il cellulare fino almeno a 5-6 anni. Un capitolo è dedicato al tema dell’arricchimento. Spiega che anche una parola semplice come «se…gia» possa aprire un mondo di approfondimenti interessanti e utili. Quanto alle verifiche, «è bene preparare questi bambini per tempo con test aggiuntivi, non identici a quelli della prova proposta a tutta la classe, per i bambini che finiscono prima degli altri. Prove per abituarli allo sforzo di comprendere».

C’è poi il tema di educare alla coscienza, all’etica. «Nel libro abbiamo messo consigli molto pratici per una buona formazione della mente sia in matematica che in scrittura, ma ho posto l’accento sulla formazione della coscienza. L’intelligenza non coincide con il valore dell’etica. Si può essere molto intelligenti e anche molto cattivi» dice Mormando. Il dato più preoccupante di questi tempi? «L’ampia diffusione dei test, somministrati da chi non ha sufficiente esperienza di iperdotazione. Si è diffuso il pregiudizio che questa coincida molto spesso con qualche disturbo della personalità, come l’autismo. Ho visto molte diagnosi sbagliate, tra cui una ragazza, diagnosticata come autistica. Adesso sa di non esserlo».

Articolo di Giovanna Maria Fagnani, tratto dal “Corriere della Sera” del 27 maggio 2024

Il nuovo libro di
Federica Mormando

Perché questo volume? Perché oggi il concetto di Q.I. è abusato e frainteso e con questo testo si intende sfrondarlo dai pregiudizi e dal mal-uso, completandone la definizione con caratteristiche non misurabili e con suggerimenti alle famiglie che riguardano non solo come individuare i doni cognitivi dei figli, ma come interpretarli, che cosa dedurne, come comunicare (oppure no) l’iperdotazione a scuola e come gestire a casa la loro formazione.

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Aperte le iscrizione a "Partire con il piede giusto - 4 seminari per chi si occupa di bambine e bambini da 0 a 6 anni"

Gli incontri si terranno presso la sede di Human Ingenium, via Bonaventura Cavalieri 8 (ultima traversa di via Turati prima di piazza Repubblica), nei giorni 13 e 27 novembre, con orario 10-12 e 13-15.

Lo scopo di questi seminari è dare spunti e informazioni corrette e sperimentate di cui chi si occupa di bambini possa usufruire, fornire mezzi pratici e teorici per accompagnarne la crescita. Saranno presentati materiali e linee guida, e una parte importante sarà dedicata alle esercitazioni

Ogni incontro sarà introdotto dalla dott.ssa Federica Mormando.