Federica Mormando

Psichiatra, psicoterapeuta, giornalista, ha fondato Eurotalent Italia ed Human Ingenium, dedicati all’individuazione e allo sviluppo dell’alto potenziale cognitivo e dei talenti artistici in tutte le età. 

Ha pubblicato “Bambini ad altissimo potenziale intellettivo” e “Altissimo potenziale intellettivo: Strategie didattico-educative e percorsi di sviluppo dall’infanzia all’età adulta”  (Erickson ed.) e, per Kimerik, “Le catene delle stelle”, “Vai qui”, accompagnato da un cd dallo stesso titolo (Classicaviva) di musiche da lei composte,  “Frutti di sole frutti di re” e, primo libro della collana Human Ingenium, “Si/No On/Off”. Infine, per RED, “Bambini e ragazzi ad alto potenziale”.

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News e aggiornamento

Intelligenza artificiale: una gara?

Riguardo all’intelligenza artificiale molti sono i libri che stanno uscendo. Questo, di Federica Mormando per le edizioni RED, si distingue fra gli altri perché, oltre a mettere in guardia dalle sue insidie, propone antidoti e rimedi per usufruire dei vantaggi senza subire le pericolose conseguenze.

“Tanto vale imparare a navigarci dentro -scrive Gianluca Dotti nel presentarlo -, o quantomeno a sguazzarci senza annaspare“.

Il titolo ne delinea il programma: Intelligenza artificiale: una mente a contatto con la nostra, come dominarla e non esserne dominati.

Federica Mormando, psichiatra esperta di intelligenza “naturale”, mette la sua competenza a disposizione nell’indicare non soltanto i rischi, per piccoli e grandi, ma soprattutto linee di prevenzione e di rimedi. Per seguire le quali è necessario che gli adulti si mettano in discussione e si impegnino in un’opera di formazione di figli, nipoti, allievi. Secondo me siamo un po’ responsabili di tutti i bambini e ragazzi che incontriamo, anche casualmente, perché talora basta una domanda, uno spunto anche isolato per far fiorire idee, domande e risposte, che germogliano anche a nostra insaputa.

Un libro da consigliare, anche ai giovani, che verrà presentato giovedì 19 giugno, alla Casa Armena (terzo piano) di piazza Velasca 4, Milano, alle ore 18,30.

di Federica Mormando

Articolo pubblicato in origine su Giornale Metropolitano

Noi e il disagio dell’incontro con l’Intelligenza Artificiale

Tanto per cominciare, una domanda franca e secca come esempio su un tema di cui si scrive e si parla molto, ma che spesso non è proprio di familiarità immediata: a parte l’eventuale business, a che cosa giova far scrivere una poe sia o far dipingere qualcosa di incorporeo? Risposta tagliente: «Secondo me, giova a chi vuol far credere di saper fare qualcosa che non sa fare». Pare una battuta, ma dice subito molto dell’Intelligenza Artificiale e di Federica Mormando, psichiatra e autrice di un libro agile proprio sull’AI, due lettere di un acronimo che sintetizzano un mondo e un futuro con cui siamo già chiamati a confrontarci. Ormai siamo già arrivati a esperimenti di giornali fatti con l’Intelligenza Artificiale e che interpretano fedelmente la linea editoriale della testata. Come sarà possibile orientarsi in questa immensa nuova foresta e chi o che cosa potrà aiutare a distinguere il vero dal nuovo nebuloso che avanza?

Molte risposte sono date in linguaggio accessibile dalla stessa Mormando, che ha passato metà vita a spendersi per valorizzare al meglio possibile i piccoli geni precoci, che spesso si ritrovano frenati dalla didattica e dai ritmi della normalità scolastica. Il titolo del libro è subito esplicativo e illuminante: «Intelligenza Artificiale – Una “mente” a contatto con la nostra». E ancora, sempre in copertina: «Come dominarla e non esserne dominati», pubblicato nelle edizioni RED!. Sono 140 pagine comunque intriganti e con l’accompagnamento di schede e disegni facilitatori.

Nella citazione d’apertura del libro – dell’imprenditore indiano Anuj Jasani – è scritto che «che grazie al potere del tempo e dell’intuizione umana, ben presto smetteremo di essere soddisfatti della vita nel mondo regolare, e ci troveremo a vivere in un mondo virtuale».

Federica Mormando, siamo sicuri che l’Intelligenza Artificiale (già questo aggettivo desta qualche sospetto…) sarà solo un bene? Il tuo personalissimo parere nel merito…

Ci siamo già da un pezzo, in libera progressione dal ’68, nella illusione del diritto a una vita da balocchi e Pinocchio. Il benessere, la pace, i progressi scientifici soprattutto medici hanno convinto del diritto a “tutto”, dalla salute alla felicità, all’essere serviti senza servire, alla distruzione del rispetto all’autorità. Le regole per cui la libertà tua confina con quella degli altri non godono di molta considerazione al presente. Adiuvati dalle infinite risorse di internet, il mondo di molti è davvero virtuale: rapporti, input, convinzioni, sono su schermo, schermo anche mentale.

Visto il mal di fretta che affligge tutti, l’AI potrà giovare in qualche modo alla riflessione o non rischia di essere un’aggravante della situazione?

Le immediate risposte, immediate e non mediate da una riflessione e scelta, SONO la fretta.

Non si corre il rischio di essere “sempre meno incisivi sulla nostra vita, sempre meno capaci di scegliere, decidere, pensare”? Come farci alleati di questa nuova conquista, quindi padroni e non schiavi?

Educare e educarsi al pensiero complesso, all’analisi critica. Ci troviamo in un’epoca in cui pare non serva riflettere. Ma soprattutto in troppi nono ne sono capaci. L’educazione al pensiero parte da bambini, ma anche gli adulti potrebbero impegnarsi, se ne comprendessero la necessità. Ma per comprenderla bisogna saper pensare…

Fra conquiste e limiti

Un limite dell’Intelligenza Artificiale è indicato nell’incapacità di produrre idee o soluzioni veramente nuove. Già ma allora come rapportarci con questo mezzo? Solo per copiare e per facile appropriazione indebita?

 

Mi dicono che fa molto bene i riassunti: di libri, di articoli anche scientifici… Però il famoso e classico bigino non aiuta la mente… può essere utile per per una ricapitolazione veloce in vista di esami scolastici… Insomma a chi già pensa può essere utile, per chi non pensa… aiuta a non pensare.

A differenza di Google, che è un semplice motore di ricerca online, cioè che fa le sue ricerche attingendo esclusivamente alle pagine web del proprio archivio, e può non trovare una risposta precisa alla nostra domanda, l’Intelligenza Artificiale genera risposte appropriate anche a domande complesse. Il “però”, cioè l’insidia, dove sta?

Nel fatto che spesso dà risposte molto adeguate e può illudere di poter sostituire il rapporto umano con docenti, psichiatri, amici.

Tu sei una psichiatra e psicoterapeuta che da anni ti stai occupando di precocità nel mondo dell’infanzia e su come si potrebbe capitalizzarla al meglio. Prendiamo internet e l’AI: dalla tua prospettiva, quando si possono far esordire i bambini con le tecnologie sempre più spinte? E quelli precoci in particolare?

Non prima degli 8 anni, quanto a stile di ricerca. Certo, vedere genitori appiccicati al cellulare provoca imitazione o desiderio di imitazione. Quelli precoci possono essere abituati anche prima a vedere, come una volta, con le enciclopedie. Gli adulti possono aiutare accompagnando e guidando, per esempio dicendo: “Andiamo a vedere se… come… quando…”, usando quindi l’AI come dizionario-enciclopedia.

Cuore e informazione

In breve sintesi: quali conseguenze sulle relazioni sociali e affettive dall’eccesso di quelle virtuali?

Dal narcisismo (io al centro di tutto) alla diminuzione conseguente di empatia, alla difficoltà se non incapacità di dialogo, di confronto, di comprendere le posizioni e le azioni degli altri. Difficoltà a creare vere amicizie: quelle virtuali sono in realtà relazioni con sé stessi. Alla prevalenza dell’impulso, che porta – unita al narcisismo – a rifiutare chiunque dica o faccia cose che con si condividono. Si vive come attacco personale ogni contraddizione, e si passa all’azione, che sia l’insulto o la violenza. Aggiungo che queste caratteristiche hanno come conseguenza la labilità di molti rapporti, pronti a spegnersi alla minima contraddizione o difficoltà e troppo spesso creati senza valutarne le caratteristiche (vedi matrimoni e separazioni plurimi al primo scoglio che si presenta).

«Per essere un buono scienziato devi seguire il tuo cuore perché è da lì che arrivano le informazioni». Vale ancora nella modernità del futuro anteriore d’obbligo questa asserzione del fisico svizzero Nassim Haramein?

Certo! È la creatività, il nuovo, l’imprevisto; il valore delle intuizioni, le luci improvvise, lo sberleffo alla logica…

In genere, chi usa l’AI fin dalla scuola primaria è portato a pensare di meno, a produrre sempre meno in prima persona…

Più che altro a non conoscere e quindi cercare i diversi punti di vista, le conseguenze alternative. Ciò coincide in parte con la dissolvenza del condizionale e del congiuntivo, che indicano le possibilità, non i dati di fatto.

Concentrazione e ragionamento

AI e scarsa consapevolezza della propria identità in che rapporto stanno?

L’identità, termine assai difficile da definire, dipende in gran parte dalle risposte che derivano dall’ambiente, dalle persone, dall’immagine di noi che ci viene riportata. Dai sentimenti che ci sono trasmessi. Su questi fronti l’AI non può esistere come non può essere empatica.

Già si è diagnosticata la confusione dalle troppe informazioni: e con l’irruzione dell’AI corre rischi il mantenimento dell’attenzione su un livello elevato…

È dimostrata, e la vivo quotidianamente nella professione, la scarsa concentrazione di bambini e ragazzi. Credo anche di adulti. Concentrazione è calarsi in un ragionamento lungo. Il contrario degli input rapidissimi di internet.

Con l’esubero che cosa può succedere?

Confusione, accavallamento di informazioni non elaborate, non trasformate in cultura.

Pubblicato in origine su L’Osservatore

È tornato Maurizio Nichetti, il regista poeta che rende l’assurdo reale con “Amichemai”

Amichemai: un film-viaggio, un viaggio-film. Viaggio di due donne del tutto diverse, all’origine nemiche poi…”I film nascono anche dal divertimento – dice Nichetti – da quando faccio leggere la sceneggiatura a quando giro succedono mille cose, si improvvisa all’interno di un disegno, gli attori danno spunti spontanei, sono doppiamente protagonisti”.

Anche per questo viaggiamo e ci sorprendiamo insieme ad Angela Finocchiaro e Serra Yilmaz, due attrici vere, le cui espressioni parlano più di un discorso.

Due donne, un pik-up, un letto: un film. L’assenza degli effetti speciali che sfregiano la storia rende la storia -storia. Non che manchi la tecnologia, ma non comanda. “Tanta tecnologia diventa un alibi per non avere idee nuove” dice Nichetti. Ed ecco spuntare qua e là due giovani che dai loro telefoni cellulari si inseriscono nella vicenda on the road per mostrare allegramente alcuni momenti della lavorazione sui vari set. E si inserisce qualche spot del marito di Anna che ammicca, un pensiero di lei fatto immagine. Anche il regista compare qua e là, in flash sui momenti della lavorazione: è un film, vedi? Un film fatto per il cinema, non per la televisione.

Non scrivo della trama, perché questo è un film da vedere, non da riassumere. Un film in cui godersi 1500 chilometri in un’ora e mezzo, con colpi di scena inattesi e morbidi: nessuno shock, tutto è fluido, tutto scorre e lascia allo spettatore la dolcezza di una visione possibile e gentile della vita.

pubblicato in origine su Il giornale metropolitano

CONVEGNI ED EVENTI

Convegno: La qualità dell’inclusione scolastica e sociale

15 novembre ore 14,30 – PALACONGRESSI – RIMINI (Piano terra – Sala Castello 1) (mappa)

Durante il Convegno “LA QUALITÀ dell’inclusione scolastica e sociale” parlerò dei talenti non misurabili, quelli che non sono misurati e rivelati dal Q.I. Quindi del pensiero creativo, del pensiero intuitivo, dei doni artistici. Di come non soffocarli, benché non sempre si possano individuare. Di come permettere di svilupparli, dall’infanzia all’età adulta.

Ancora Bookcity

16 Novembre 2019, presso Magazzino Musica (MaMu) in Via Soave 3 Milano (mappa)

Anche quest’anno parteciperemo a BOOKCITY, presentando “Frutti di sole frutti di re”, poesie oltre il confine”, edito da Kimerik.

Poesie ispirate all’Armenia, testo armeno a fronte, illustrate da Lucrezia Zaffarano, saranno accompagnate dalla musica: (Ani Martirosyan al piano, Giorgia Natale al flauto, Kim Williams e Federica Mormando all’autoharp) e saranno esposte le illustrazioni.

Scrive Piero Kuciukian nella prefazione:”La poesia di Federica Mormando provoca, mette alla luce ciò che l’Armenia è in me nel profondo, mi aiuta a riscoprire ciò che avevo scoperto molto tempo fa. Mi fa rivivere la nostalgia, il dolore dell’anima che invita al silenzio che urla, al buio che emana la luce”.

L’ingresso è libero.

Conoscete Sister Arousiag?

Definita dal Console Onorario Armeno "la Madre Teresa Armena", Sister Arousiag sta soccorendo i bambini armeni reduci dalla guerra. Lo sforzo è enorme e le risorse sono allo stremo.
Raccogliamo fondi per aiutarla nella sua importante iniziativa.

Aperte le iscrizione a "Partire con il piede giusto - 4 seminari per chi si occupa di bambine e bambini da 0 a 6 anni"

Gli incontri si terranno presso la sede di Human Ingenium, via Bonaventura Cavalieri 8 (ultima traversa di via Turati prima di piazza Repubblica), nei giorni 13 e 27 novembre, con orario 10-12 e 13-15.

Lo scopo di questi seminari è dare spunti e informazioni corrette e sperimentate di cui chi si occupa di bambini possa usufruire, fornire mezzi pratici e teorici per accompagnarne la crescita. Saranno presentati materiali e linee guida, e una parte importante sarà dedicata alle esercitazioni

Ogni incontro sarà introdotto dalla dott.ssa Federica Mormando.