Falcade, paese nell’Agordino. Regno di incantate Dolomiti e di Augusto Mürer (1922-1985), che ha scolpito le più intense emozioni umane: emozioni direttamente trasferite in legno e bronzo. La guerra, la vita di montagna. E uomini donne animali colti nella verità dei momenti più intensi della vita.
Il sergente cammina nella neve: ne viviamo la determinata assoluta fatica di tutto l’essere. Un passo dopo l’altro: i reduci, l’inesorabile fatica dei passi verso la propria terra, dei piedi straziati negli stracci.
E Hiroshima, Mancinelle…i grandi eventi del mondo tradotti in scultura.
Mürer coglie l’essenza, rende eterno e incontaminato, ma reale e immediato, anche il quotidiano. Ed ecco il pastore, il ragazzo che beve e quello che tiene un uccellino in mano.
Le donne trasmettono emozioni meno drammatiche: la tenera nipotina Sveva, la zingara… come se potessero rappresentare un mondo più rasserenante.
Si può raccontare molto più di questo artista, ma secondo me in un breve articolo è importante scrivere che questo museo vale un viaggio, che conoscere questo artista, il Michelangelo delle Dolomiti, è un’esperienza che resta nella memoria.
Ancora al museo, le opere di Franco Mürer, figlio di Augusto, esprimono un’epoca finora meno segnata da catastrofi mondiali a noi vicine. Potente ritrattista, coglie nelle sue opere la poesia della vita, ne sogna liricamente le voci più pure, come nel dipinto La montagna come fonte di vita.
Vincitore di molti premi internazionali, ha vinto fra l’altro il concorso per le sei formelle destinate alla centesima fontana nei giardini vaticani, che narrano la vita di San Giuseppe.
È suo il medaglione coniato in argento per il premio Giovanni Paolo I e sua la scultura L’arcangelo Michele che si ammira nella collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani
Se Augusto è soprattutto la drammaticità potente, Franco è la voce della speranza. Ma questo secolo non è finito…
Museo Augusto Mürer, Molino di Falcade (Bl), Via Scola 34
Associazione Erma